Il Giornalino – dicembre 2023

Il Giornalino

𝗩𝘂𝗼𝗶 𝗳𝗮𝗿𝗲 𝘂𝗻𝗮 𝘀𝗰𝗲𝗹𝘁𝗮 𝗶𝗺𝗽𝗼𝗿𝘁𝗮𝗻𝘁𝗲? 𝗦𝗰𝗲𝗴𝗹𝗶 𝗶𝗹 𝘀𝗲𝗿𝘃𝗶𝘇𝗶𝗼 𝗰𝗶𝘃𝗶𝗹𝗲 𝘂𝗻𝗶𝘃𝗲𝗿𝘀𝗮𝗹𝗲, 𝗽𝗿𝗲𝘀𝗲𝗻𝘁𝗮 𝗱𝗼𝗺𝗮𝗻𝗱𝗮 𝗱𝗶 𝗽𝗮𝗿𝘁𝗲𝗰𝗶𝗽𝗮𝘇𝗶𝗼𝗻𝗲 𝗲 𝗱𝗶𝘃𝗲𝗻𝘁𝗮 𝗼𝗽𝗲𝗿𝗮𝘁𝗼𝗿𝗲 𝘃𝗼𝗹𝗼𝗻𝘁𝗮𝗿𝗶𝗼.

Un’esperienza con gli altri, un’opportunità per te.
Hai un’età compresa tra i 18 e i 28 anni e vuoi vivere un anno di arricchimento personale e professionale dedicandoti alla solidarietà e alla cittadinanza attiva?
Per La Casa di Gino (Lora), i progetti sono:
– 𝙏𝙚𝙨𝙤𝙧𝙞 𝙙𝙖 𝙨𝙘𝙤𝙥𝙧𝙞𝙧𝙚 – A1. Assistenza Disabili – https://www.cescproject.org/…/12/15/tesori-da-scoprire/ (2 POSIZIONI)
Per informazioni sul bando e sulla modalità di presentare domanda, contattare:
Tel.: 031296783
𝗡𝗼𝗻 𝗽𝗲𝗿𝗱𝗲𝗿𝗲 𝗮𝗹𝘁𝗿𝗼 𝘁𝗲𝗺𝗽𝗼, 𝗶𝗹 𝗯𝗮𝗻𝗱𝗼 𝘀𝗰𝗮𝗱𝗲 𝗶𝗹 𝟮𝟲 𝗴𝗲𝗻𝗻𝗮𝗶𝗼!

Il Giornagino

Giulia racconta

Covid, l’appello: “Non solo Rsa, vaccinate anche i disabili”

Don Marco Grega, superiore dell’Opera Don Guanella, si rivolge al presidente Fontana e al neoassessore al Welfare Letizia Moratti

Como, 10 gennaio 2021 – «Non dimenticate di vaccinare dal Covid le persone disabili”. A rivolgere un appello al presidente di Regione Lombardia, Attilio Fontana, e al nuovo assessore al Welfare Letizia Moratti è don Marco Grega, superiore dell’Opera Don Guanella. “Aperta la tanto attesa campagna vaccinale anti Covid, ci troviamo a questo inizio anno finalmente a guardare con maggiore serenità al prossimo futuro e a poter dare ai nostri beniamini, così li chiamava il nostro fondatore don Guanella, una concreta occasione di miglioramento nella quotidianità rispetto ai difficili mesi passati – spiega don Grega –. Tuttavia ci troviamo a constatare l’assenza tra le priorità del piano strategico nazionale delle persone con disabilità accolte dal sistema sociosanitario in regime di residenzialità, che vengono così di fatto escluse dalla prima tornata vaccinale”.

Secondo le indicazioni arrivate dal commissario Arcuri nel periodo gennaio-marzo 2021, sono indicati tra i primi da vaccinare gli operatori sanitari, sociosanitari e le lungodegenze, ma tra queste si fa riferimento solamente alle Rsa. “Non si considerano le persone con disabilità ospiti nelle comunità socio sanitarie e nelle comunità alloggio. La totalità di queste strutture, parte del servizio socio sanitario lombardo, raggiunge un numero complessivo di poche migliaia di persone. A maggior ragione ci chiediamo il perché di una tale esclusione per le comunità sociosanitarie, quando rispetto ai protocolli di sicurezza le stesse vengono equiparate alle Rsa e devono rispettare le stesse normative e delibere riservate alle Rsa. Da anni siamo impegnati in prima linea in Italia e nel mondo per tutelare le persone più fragili, insieme ai tanti enti che si occupano quotidianamente di assistenza sociosanitaria. Oggi ci troviamo in un contesto preoccupante che potrà essere superato solo con l’aiuto delle autorità sanitarie”.

Nuovi progetti a casa di Gino

Casa di Gino oggi è una comunità educativa per la promozione delle persone in condizione di disabilità e di disagio psichico, come diceva don Guanella per i ‘buoni figli’, quei “ragazzi o adulti che hanno impedite le facoltà intellettuali e che, il più delle volte sono capaci di qualche miglioramento”.

Ospita persone con disabilità intellettiva dai 18 ai 65 anni che hanno, in diverso modo, difficoltà ad affrontare la quotidianità. Alcuni non hanno famiglia, per altri la famiglia non può o non riesce a provvedere. A Casa di Gino possono trovare un ambiente accogliente e confortevole, dove lo stile dei rapporti interpersonali si avvicina il più possibile a quello di una famiglia.

Consapevoli che il concetto di autonomia non può realizzarsi se affianco alla Casa le persone non sperimentano l’esperienza lavorativa, non solo in un’ottica di sostentamento economico, ma anche e soprattutto quale strumento educativo che offre dignità, senso di responsabilità e competenze, stiamo progettando nuovi strumenti per favorire percorsi di inclusione e apertura al territorio.

Il lavoro è lo strumento per la promozione della persona e della dignità di ognuno. Un esempio importante che riteniamo utile per definire l’importanza del lavoro per ognuno e quindi anche per il disabile lo possiamo fare semplicemente pensando a come nella necessità di presentare una persona e cerchiamo di descriverla il primo elemento che raccontiamo dopo il nome e la famiglia di provenienza nella maggioranza dei casi è l’occupazione, “cosa fa nella vita”.

Siamo certi che rispondere contemporaneamente a questi due bisogni (identità personale e lavoro) ci dia la possibilità di raggiungere gli obiettivi che il nostro progetto si pone.

Il nostro modello di intervento pone in modo prioritario la persona al centro, il suo prendersi cura nella quotidianità in relazione a bisogni, alle sue fragilità e risorse.

L'idea: un forno per il pane

Da queste premesse l’idea di realizzare oggi un forno per la panificazione e un agriturismo e domani un mulino presso strutture e ambienti (interni e esterni) di proprietà dell’ente richiedente stesso.
La volontà di avviare queste attività, seppur in EMERGENZA COVID, risiede nel desiderio di offrire nuovi “sguardi di speranza e futuro”, ambiti di occupazione e inclusione per le persone che accogliamo in contesti sicuri e protetti.

Il forno risponde all’esigenza, via via maturata, di lavorare le farine producendo da noi il pane necessario ai consumi quotidiani per le comunità residenziali, per gli operatori e per la comunità dei religiosi.
Si tratta di una filiera completamente interna che partendo dalla lavorazione del terreno arriva alla produzione di derrate per gli animali e alla trasformazione del grano e frumento per la lavorazione di pane e derivati.

La preparazione/cottura del pane costituirebbe, all’interno della nostra realtà, un’attività particolarmente significativa in quanto rappresenta anche il gesto simbolico del prendersi cura di chi condivide con noi la giornata.


Il pane è il risultato di un iter che vede per prima cosa la lavorazione delle farine prodotte con i cereali ed è un punto di partenza quale prodotto di base per le future somministrazioni.

Il prendersi cura degli oggetti, delle attrezzature, dei compagni di lavoro e, soprattutto, di coloro per i quali si prepara e si serve il cibo, costituisce un obiettivo avanzato per i precorsi di abilitazione e inclusione. Preparare e servire il pane rappresenta un’acquisizione di ruolo, consapevolezza di sé e attenzione al mondo esterno fondamentali per la maturazione verso l’autonomia.

Il tutto è pensato all’interno di una filiera interna in cui i prodotti della terra appartengono al nostro contesto e in cui il primo bacino di distribuzione sia la casa stessa per aprirsi poi al territorio ed ad altre realtà sociali.

Emergenza Covid-19: sostieni le case guanelliane

“Fermarsi non si può…” direbbe anche oggi Don Guanella…

…con sguardo amorevole agli anziani nelle RSA, ai “buoni figli” dei nostri centri, ai giovani delle comunità, a chi bussa alla nostra porta, a ciascun operatore esempio di dedizione, professionalità e coraggio. Incoraggerebbe ciascuno di noi.

Ti chiediamo, con semplicità, di starci vicino e di sostenerci….con te possiamo fare di più

Gennaio 2021 – A seguito del cambiamento delle disposizioni che assicuravano benefici fiscali per le donazioni pro-Covid, chi intendesse godere delle agevolazioni è invitato a contattarci prima di effettuare il bonifico (scrivendo a progetti@guanelliani.it)

DONA con bonifico al nuovo IBAN dedicato

IT89V0569610901000009107X60 intestato a OPERA DON GUANELLA EMERGENZA COVID-19, indicando nella causale Covid + Casa di Gino